Medicina

Pet Therapy: guarire i malati a Mestre


Sono innumerevoli i casi dimostrati in cui la pet therapy risulta essere in grado di migliorare la salute psico-fisica dei malati. Dai bambini agli anziani, è dimostrato che la vicinanza con un animale li aiuta a guarire e a stare meglio. Uno dei tanti casi è quello segnalato dal Dottor Renzo Malatesta. La pet therapy svolta al Policlinico San Marco di Mestre è uno dei tanti casi pratici che dimostra l’efficacia di questo tipo d’attività.

I volontari insieme ai loro cani, possono entrare nei reparti ad avvicinarsi ai malati. E’ emerso – spiegano i medici – che la vicinanza con gli animali porta numerosi benefici ai pazienti ricoverati al Policlinico San Marco di Mestre.

Il direttore sanitario dell’ospedale, il dottor Malatesta ha dichiarato: “Per un’ora alla settimana permettiamo agli animali e ai volontari che collaborano con noi di avvicinarsi ai malati terminali”.

“Abbiamo dato modo anche ai nostri dipendenti – spiega il dottore dell’ospedale di Mestre – su richiesta motivata di portare al lavoro il proprio animale”.

I medici spiegano che per i pazienti allettati, le visite dei cani avvengono nella loro stanza. Per quanto riguarda invece tutti gli altri pazienti, che possono camminare, l’incontro con i cani avviene nel giardino, in un’area opportunamente attrezzata, dell’ospedale di Mestre.

Si tratta di un progetto di cui il dottore Renzo Malatesta e tutta l’equipe dei medici, ne vanno molto orgogliosi

La pet therapy nasce nel 1953 grazie al dottore Boris Levinson. Lo psichiatra aveva in cura un bambino autistico con il quale non riusciva a stabile un rapporto terapeutico e i risultati dei loro incontri erano decisamente scarsi. Un giorno il dottore portò in studio un cane randagio da lui adottato: Jingles.

Il bambino si affezionò tantissimo a questo cane e da qui nacque questa terapia diventata famosa in tutto il mondo.

La pet therapy può essere utilizzata in tanti casi. Dall’ospedale alla casa di riposo; dalla scuola al centro diurno; ecc.

Quest’attività infatti può essere applicata con anziani, bambini, disabili, autistici, tossicodipendenti, ecc.

E’ stato dimostrato infatti che la pet therapy è indicata in particolare in questi casi:
solitudine
depressione
isolamento
stress e depressionepet therapy

fobie sociali
disordini dello sviluppo
patologie cardiocircolatorie

disturbi psichiatrici
sindrome di down
comportamenti violenti

alzheimer
parkinson.

La pet therapy migliorà la qualità della vita, stimola la motricità, combatte la solitudine e la depressione, offre affetto e amore, senso di sicurezza, ecc.

Ecco un altra testimonianza legata all’efficacia di questo strumento. La dottoressa Michela Galante fisioterapista presso l’istituto Zooprofilattico di Teramo è intervenuta con il raccontare la sua esperienza sul libro ‘Pet Therapy’ di Proietti e La Gatta.

Per un anno ho lavorato in una casa di riposo e il mio compito era quello di stimolare il movimento degli arti inferiori e superiori degli anziani. Questo veniva fatto utilizzando tre animali diversi: cane, coniglio e gatto.

I pazienti sceglievano di utilizzare meno il gatto. Preferivano carezzare il coniglio e il cane.

C’era per esempio una signora molto anziana su una sedia a rotelle. A lei ponevamo il coniglio sulle gambe in questo modo la signora muoveva gli arti inferiori.

Per ottenere movimenti più fini, le facevamo prendere il fieno con due dita per poi darlo al coniglio.

La mezz’ora che trascorrevamo con loro una volta alla settimana era l’evento più atteso dagli anziani nella casa di riposo.

Questa è solo una delle tante testimonianze che dimostrano l’importanza e l’efficacia della pet therapy nel guarire i malati.