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Alan Turing: morì come Biancaneve e ispirò il logo Apple

Alan Turing: morì come Biancaneve e ispirò il logo AppleDopo tanta attesa torna il logo di Google. Oggi 23 giugno il Doodle animato del motore di ricerca di Mountain View è dedicato ad Alan Mathison Turing, matematico, logico e crittanalista britannico. Stiamo parlando di quello che viene considerato uno dei padri dell’informatica e uno dei più grandi matematici del XX secolo. E che ha ispirato il logo della Apple: vediamo come.

Le sue ricerche sono state decisive per lo sviluppo dell’informatica come la conosciamo oggi. Decisiva fu la sua intuizione nel campo della formalizzazione dei concetti di algoritmo e calcolo grazie alla celebre macchina di Turing.


Proprio un modello della Mdt viene oggi proposta nel logo Google, strumento fondamentale per la creazione del moderno computer. Il suo lavoro è stato universalmente riconosciuto come inestimabile al punto da valergli il titolo di padre della scienza informatica e dell’intelligenza artificiale.

Ma il genio di Turing coinvolse anche altri campi, considerato che riuscì a diventare pure uno dei più brillanti decrittatori dell’Inghilterra, nel corso della seconda guerra mondiale.

Riusciva a decifrare i messaggi che si scambiavano i diplomatici e i militari delle Potenze dell’Asse. E infatti nel corso della Seconda Guerra Mondiale Turing svolse il suo importantissimo lavoro a Bletchley Park, quello che è considerato il principale centro di crittoanalisi del Regno Unito.

Qui studiò molte tecniche con cui accedere i cifrari tedeschi, incluso il metodo della bomba, una macchina elettromeccanica in grado di decodificare codici creati mediante la macchina Enigma. Una sorta di hacker ante litteram.

La sua vita fu segnata però anche dalla sua omosessualità, che gli comportò sofferenza a causa delle discriminazioni patite a livello sociale. Sofferenze tali da portarlo a suicidarsi all’età di 41 anni.

Non sopportò la persecuzione omofobica condotta nei suoi confronti da parte del governo britannico. Solo dopo gli fu tributato il giusto merito con la creazione in suo onore da parte della Association for Computing Machinery (ACM) del Turing Award, massima riconoscenza nel campo dell’informatica, dei sistemi intelligenti e dell’intelligenza artificiale.

La sua fine è forse ancor più romanzesca della sua vita. Nel 1954 Alan Turing decise di togliersi la vita mangiando una mela avvelenata con cianuro di potassio. Una scelta non casuale e simbolica, mutuata dalla celebre fiaba di Biancaneve che aveva sempre amato fin da quando era piccolo.

Molti sostengono che il celebre logo Apple con la mela morsicata, sia proprio un omaggio del colosso al padre dell’informatica.

Non voleva arrendersi alla versione del suicidio la mamma, convinta che il figlio fosse morto a causa dell’ingestione di una mela presa con le dita sporche da qualche sostanza chimica con la quale aveva sempre a che fare.

Tesi poi smentita dalle indagini ufficiali che confermarono come si sia tolto la vita volontariamente: «Causa del decesso: cianuro di potassio auto somministrato in un momento di squilibrio mentale».

Come detto il drammatico gesto fu provocato dalle persecuzione omofobica nei suoi confronti. Il 10 settembre 2009 il governo britannico ha deciso di scusarsi, anche se tardivamente con Turing. Le scuse sono state pronunciate dal primo ministro Gordon Brown. Nell’occasione Brown ha riconosciuto che Alan Turing fu oggetto di un trattamento omofobico: «Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un’Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro continente fu un tempo teatro del momento più buio dell’umanità. È difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall’odio – dall’antisemitismo, dall’omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini – da far sì che le camere a gas e i crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d’arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli. […] Così, per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio».