Medicina

Alzheimer: combatterlo con il vaccino

Alzheimer: combatterlo con il vaccinoArriva il vaccino anti-alzheimer. Questa è la conclusione dello studio condotto dai ricercatori del Mount Sinai School of Medicine di New York. La ricerca è apparsa di recente sulle pagine della rivista scientifica “Federation of American Societies for Experimental Biology”. Gli studiosi hanno scoperto che somministrare a lungo termine l’immunoglobulina umana previene il rischio d’insorgenza dell’Alzheimer.

Uno studio certamente rivoluzionario che potrebbe dare luce ad un vaccino in grado di migliorare e modificare la vita di molti pazienti affetti da questa grave malattia.

L’Alzheimer è più comunemente conosciuta come la demenza degenerativa invalidante per eccellenza. In Italia i malati sono circa 1 milione, in Europa più di 6 milioni.

Cos’è l’immunoglobulina? E’ un anticorpo capace di proteggere il cervello. Così spiega il dottor Giulio Maria Pasinetti, della Mount Sinai School of Medicine, coordinatore dello studio.

I ricercatori hanno dimostrato che la somministrazione prolungata dell’immunoglobulina per via endovenosa (IVIG), se effettuata con una dose di 5-20 volte inferiore alle precedenti ricerche, è capace di ridurre il rischio della comparsa della malattia e anche di rallentare il declino cognitivo e il danno alla memoria tipici dell’Alzheimer.


I ricercatori hanno dunque spiegato che “la lenta somministrazione delle immunoglobuline per via endovenosa potrebbe favorire la plasticità cerebrale rallentando così gli effetti della malattia”.

“Questa osservazione sperimentale fornisce una base razionale per correggere l’incoerenza dei risultati finora ottenuti nei trial clinici della malattia di Alzheimer con IVIG”, ha spiegato Pasinetti .

I risultati di questo studio rivoluzionario sono stati presentati da Giulio Maria Pasinetti nel corso dell’Experimental Biology 2012 che si tiene a San Diego, in California.

Questi i sintomi che identificano l’Alzheimer:
– difficoltà del linguaggio;
– perdita della memoria (soprattutto quella recente);
– disorientamento temporale (non si ricorda l’anno in corso o le ricorrenze);

– difficoltà a riconoscere luoghi e volti familiari;
– incapacità di scegliere o di prendere decisioni;
– perdita dell’iniziativa e della motivazione;
– depressione;

– aggressività;
– perdita di interesse nei confronti dei propri hobby e delle attività normalmente gradite e ritenute piacevoli.