Uno studio di Cambridge ha individuato un meccanismo capace di eliminare gli aggregati tossici legati all’Alzheimer. I test sugli animali hanno dato risultati incoraggianti.
Una malattia in crescita
L’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa cronica e progressiva che provoca la perdita della memoria e, con il tempo, l’autonomia personale. In Italia si stima che colpisca circa il 5% degli over 65, percentuale che sale fino al 20% tra gli ultraottantenni. Le terapie disponibili mirano soltanto ad alleviare i sintomi e a rallentare la progressione della malattia, senza però offrire una cura definitiva.
Lo studio sulla proteina TRIM21
Un gruppo di scienziati del MRC di Cambridge, in una ricerca pubblicata su Cell, ha individuato un approccio innovativo basato sulla proteina TRIM21, già presente naturalmente nell’organismo e coinvolta nella difesa contro le infezioni virali. I ricercatori hanno scoperto che è possibile riprogrammarla per riconoscere e distruggere gli aggregati della proteina tau, che si accumula in modo anomalo nel cervello ed è considerata una delle principali responsabili dello sviluppo dell’Alzheimer.
I primi risultati
La TRIM21 è stata definita una vera e propria “proteina spazzina”, capace di eliminare i depositi tossici che danneggiano i neuroni. Gli studiosi hanno sperimentato due strategie: una combinazione tra frammenti di anticorpi e TRIM21, e una proteina tau modificata che funge da esca per attirare e distruggere gli aggregati. Nei test sugli animali i risultati sono stati positivi, con una riduzione significativa degli accumuli di tau. Ulteriori studi saranno necessari per verificarne la sicurezza e l’efficacia sull’uomo, ma questa scoperta apre la strada a possibili nuove terapie non solo contro l’Alzheimer, ma anche contro altre malattie neurodegenerative legate all’accumulo di proteine anomale.