
Consumata regolarmente, l’uva potrebbe contribuire a migliorare la salute del fegato, del cervello e a contrastare gli effetti di una dieta ricca di grassi.
L’impatto dell’uva sulla longevità
Un recente studio condotto da un’équipe scientifica statunitense ha evidenziato come il consumo quotidiano di uva possa influenzare positivamente la longevità. I ricercatori hanno sperimentato l’effetto di una piccola quantità di estratto di uva in polvere su cavie alimentate con una dieta ad alto contenuto di grassi, simile a quella tipica dei paesi occidentali.
L’integrazione ha prodotto risultati rilevanti: gli animali trattati con uva hanno manifestato una riduzione dei danni al fegato, in particolare della steatosi epatica non alcolica (NAFLD), e una maggiore aspettativa di vita rispetto al gruppo di controllo. Secondo gli autori, l’effetto potrebbe essere paragonabile a un’estensione dell’aspettativa di vita di 4-5 anni in un essere umano.
Uva e benessere metabolico
Oltre a incidere sulla longevità, l’uva ha mostrato effetti benefici anche sul metabolismo e sul sistema nervoso centrale. In condizioni sperimentali, il frutto ha favorito una migliore ossigenazione cellulare, ha attenuato i processi infiammatori e ha sostenuto il funzionamento cerebrale. Il meccanismo d’azione sarebbe legato alla capacità dell’uva di indurre modifiche nell’espressione genica e di promuovere il metabolismo degli acidi grassi, contribuendo alla riduzione del danno ossidativo.
L’effetto risulta particolarmente rilevante nel contesto di una dieta ipercalorica o poco equilibrata, poiché i composti bioattivi dell’uva sembrano limitare le conseguenze di un’alimentazione ricca di grassi e zuccheri raffinati.
I composti dell’uva che combattono l’invecchiamento
Una seconda ricerca, pubblicata da un istituto cinese, ha analizzato un componente specifico dell’uva, noto come PCC1, appartenente alla famiglia dei flavonoidi. Questo composto avrebbe dimostrato la capacità di contrastare le cellule senescenti, ovvero cellule non più attive che si accumulano con l’età e sono implicate nei processi infiammatori e degenerativi.
Durante gli studi preclinici, il PCC1 ha evidenziato potenziali proprietà nel ritardare o prevenire malattie croniche legate all’età. Gli scienziati ipotizzano che questi risultati possano aprire la strada allo sviluppo di un integratore a base di estratto di semi d’uva, destinato a supportare l’invecchiamento in modo più sano e prolungato.