Salute

Carboidrati nella dieta: perché eliminarli è un errore

Se vuoi dimagrire non eliminare i carboidrati dalla dieta, ecco perchè

I carboidrati forniscono energia immediata all’organismo: eliminarli dalla dieta può compromettere metabolismo, sazietà e controllo del peso corporeo.

Cosa sono i carboidrati e dove si trovano

I carboidrati rappresentano uno dei principali macronutrienti della dieta umana, insieme a proteine e grassi. Ogni grammo apporta circa 4 chilocalorie e la loro funzione primaria è fornire energia pronta all’uso sotto forma di glucosio e glicogeno, riserve immagazzinate rispettivamente nel sangue, nel fegato e nei muscoli.

Queste sostanze non si trovano soltanto in pane e pasta: lo zucchero bianco, i cereali integrali, la frutta, il latte (per via del lattosio), i legumi, e anche pseudocereali come la quinoa, contengono carboidrati in diverse forme, semplici o complesse. I carboidrati complessi presenti nei cereali come riso, farro, avena, mais, e nei derivati come biscotti, cracker e merendine, rilasciano energia più lentamente rispetto agli zuccheri semplici e svolgono un ruolo importante nel regolare i livelli di glicemia.

Ridurli troppo può ostacolare il dimagrimento

Negli ultimi anni, alcune diete iperproteiche come la Dukan o quelle basate su protocolli chetogenici hanno promosso la drastica riduzione dei carboidrati, con l’obiettivo di spingere l’organismo a utilizzare le riserve di grasso come combustibile.

Sebbene la chetogenica sia un approccio clinico specifico per condizioni mediche ben precise, in un regime alimentare ipocalorico è preferibile non escludere completamente i carboidrati. La loro presenza, se calibrata, può aiutare l’organismo ad avviare meccanismi metabolici che favoriscono l’uso dei grassi in eccesso e contribuiscono alla perdita di peso in modo fisiologico.

L’importanza dell’indice e del carico glicemico

Per chi vuole dimagrire, l’approccio più corretto non è l’eliminazione ma la selezione accurata delle fonti di carboidrati. I cereali integrali, ad esempio, contengono fibre che rallentano l’assorbimento degli zuccheri, contribuendo a una minore produzione di insulina e a un maggiore senso di sazietà. Il rallentamento dello svuotamento gastrico, unito alla regolazione ormonale, è un fattore chiave nel controllo del peso.

Oltre al concetto di indice glicemico, che misura la velocità con cui un alimento innalza la glicemia, è fondamentale considerare il carico glicemico, che tiene conto anche della quantità consumata. Infatti, porzioni abbondanti di un alimento a basso indice glicemico possono avere lo stesso impatto di piccole dosi di un cibo ad alto indice glicemico.

Anche la distribuzione dei carboidrati durante la giornata gioca un ruolo importante: bilanciarli con proteine e grassi in ogni pasto favorisce la sazietà e una risposta glicemica più equilibrata. Da limitare invece gli zuccheri liquidi presenti in bevande zuccherate e alcolici, che apportano calorie “invisibili” prive di fibre e micronutrienti.

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