
Quanti caffè al giorno? Gli effetti della caffeina tra mito e realtà
Tra benefici antiossidanti ed effetti tonici, la quantità ideale di caffè giornaliero continua a dividere scienza e abitudini quotidiane.
Caffeina, quanto se ne può davvero assumere?
C’è chi ne beve due, chi non rinuncia al terzo, e chi arriva tranquillamente a sei tazzine al giorno. Il caffè è una delle bevande più amate e consumate al mondo, ma qual è la quantità che possiamo bere senza compromettere la salute? Non esiste una risposta unica, ma diversi studi hanno cercato di definire un limite ragionevole per l’assunzione quotidiana di caffeina, principio attivo naturalmente presente nella bevanda.
La caffeina è nota per il suo effetto stimolante sul sistema nervoso centrale, tanto da essere usata anche nei lunedì più faticosi per contrastare la sonnolenza e migliorare la concentrazione. Oltre all’effetto energizzante, questa sostanza possiede anche un’interessante azione antiossidante, dovuta alla presenza di polifenoli. Questi composti sono associati alla capacità di contrastare i radicali liberi, contribuendo così alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.
L’uso della caffeina nel mondo dello sport
Non solo pausa ufficio o colazione: la caffeina è anche un ingrediente ricorrente negli integratori destinati agli sportivi. Il motivo? La sua capacità di aumentare l’attenzione, ridurre la percezione della fatica e favorire l’assorbimento dei carboidrati a livello intestinale. Questi effetti la rendono una sostanza apprezzata anche in ambito atletico, dove viene utilizzata in modo controllato per migliorare la performance, soprattutto nelle discipline di resistenza.
Qual è la dose raccomandata?
L’opinione scientifica, a oggi, suggerisce di non superare i 400 milligrammi di caffeina al giorno per un adulto sano, corrispondenti a circa 3-4 tazzine di espresso. Tuttavia, la tolleranza varia da persona a persona e può dipendere da età, peso corporeo, abitudini alimentari e condizioni cliniche. È importante considerare che la caffeina non è presente solo nel caffè: anche tè, cioccolato, bevande energetiche e alcuni farmaci la contengono in quantità variabili.