Stamina, infusioni “miracolose” a 30 pazienti anche minorenni
Promettevano cure miracolose a pazienti in gravi condizioni affetti da malattie neurodegenerative, ma le terapie, oltre che inutili e senza alcuna prova scientifica, erano anche molto onerose. Si trattava di cure basate sul metodo stamina, che prevede il trattamento di malattie neurodegenerative come la Sla, Sma e leucemie con infusioni di cellule staminali. Purtroppo però non c’è alcuna prova che funzionino davvero, e oltretutto sono costosissime: si arriva fino a 13 mila euro.
La cura è stata prodotta in un laboratorio svizzero, dove le cellule adipose tratte da interventi di liposuzione, diventavano poi cellule staminali.
Finisce per questo in manette il medico triestino Marino Andolina, referente dei pazienti e delle famiglie dei malati che speravano in una soluzione dal metodo staminale che i farmaci tradizionali e autorizzati non riuscivano a dare. Coinvolti anche Stefano Bianchi, 40 di Rho (Milano), la compagna Monica Salvi, 42 anni di Brescia, Ivana Voldan, 50 anni di Monza e Erri Cippini, 55 anni, chirurgo estetico di Brescia.
La vicenda ripercorre quella di Vannoni, creatore di Stamina, già finito in manette. Andolina, suo collaboratore, ha proseguito il suo lavoro nonostante i divieti, e ha continuato a somministrare cellule staminali come cura.
I farmaci del metodo stamina, sono “prodotti farmacologici”, come li ha definiti la Procura di Brescia “non autorizzati, non sperimentati clinicamente, privi dei prescritti requisiti di efficacia, sicurezza e qualità e potenzialmente pericolosi per la salute”.
Il dottor Vannoni non saprebbe nulla dell’attività proseguita da Andolini, e assicura di non avere nulla a che fare con la prosecuzione della somministrazione di questi farmaci. Sarebbero trenta i pazienti che hanno deciso di provare queste cure presentate come miracolose, tutte effettuate fuori degli ospedali civici di Brescia tra cui sei minorenni.
Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore Valeria Bolici e proseguiranno con gli interrogatori da parte del gip Carlo Bianchetti. Le iniezioni le avrebbe effettuate Cippini. I legali (Andolina è assistito dall’avvocato Giuseppe Mercurio, Cippini da Paolo Inverardi, Monica Salvi da Giovanni Brunelli e Bianchi e Voldan da Giorgio Zanelli) stanno valutando gli atti per preparare la difesa dei loro assistiti. L’opinione pubblica si schiera con loro: «Si tratta di brave persone, nessuno ha preso nemmeno un soldo». Secondo l’accusa Bianchi, Salvi e Voldan sarebbero stati i promotori, offrendo la cura tra i familiari delle persone malate e ai malati stessi. Le «offerte» sarebbero avvenute anche all’esterno del Civile quando la cura con cellule staminali della Stamina Foundation era ormai bloccata.