Salute

Bere alcol modifica il cervello dei giovani

Bere alcol non è più un vizio privato, un’esigenza. E’ quasi uno status symbol, soprattutto tra i giovani. Se non bevi non sai divertirti, sei “vecchio”, non sei di compagnia. E allora anche se un ragazzo non ne ha molta voglia, o se non gli piacciono i postumi di una sbronza, si piega all’andazzo del gruppo, altrimenti “chissà cosa penseranno di me, se mi inviteranno ancora a uscire e se quella ragazza che mi piace mi riterrà abbastanza maturo”.

Ecco allora che non deve sorprendere che l’uso e l’abuso di alcol tra i giovani venga considerato un vero e proprio allarme sociale. Lo sottolinea Emanuele Scafato, presidente della Società italiana di alcologia e direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità. Che spiega come il bere sia cambiato nella percezione sociale, prutroppo: «Adesso chi beve non è quasi mai considerato uno “perso”, un “drop out”, ma piuttosto un tipo “giusto”, uno che “spacca” come dicono i giovani. E sono proprio i ragazzi (ai quali, è bene ricordarlo, l’alcol non dovrebbe essere venduto) ad aver cambiato la complessità del “mondo liquido”.alcol modifica il cervello dei giovani

La conseguenza è che si inizia a bere alcolici sempre prima, con la conseguenza che le statistiche diventano impietose e preoccupanti. Addirittra il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che giungono nei Pronto Soccorso si registra tra i ragazzi. La gran parte sono minori, e non si parla di minori “di poco” come i 17enni. Arrivano al Pronto Soccorso anche ragazzi di soli undici, dodici anni, vittime del «binge drinking», il corrispondente alcolico dell’abbuffata episodica ma ricorrente».

Il dramma è che non si è ancora consapevoli dei danni a lungo termine che comporta iniziare a bere così presto, tra i 16 e i 25 anni. Se per il fumo si è riusciti a far percepire quanto possa essere pericoloso, per l’alcol si è ancora lontani. Un abuso in giovane età influisce sullo sviluppo del cervello dell’adulto.

«Consumare sei o più bicchieri in poche ore e anche una sola volta a settimana conduce, al di sotto dei 25 anni, nel giro di poco tempo, a una riduzione del volume dell’ippocampo, parte del cervello deputata all’orientamento e alla memoria. Il cervello tra i 16 ed i 25 anni va incontro a un rimodellamento che porta alla definizione del cervello adulto, ma l’alcol consumato in questa “finestra” di massima vulnerabilità interferisce sul suo sviluppo, cristallizzando le modalità cognitive e comportamentali in una fase in cui prevale l’attività cerebrale legata all’impulsività e all’emotività, tipiche della gioventù».

alcol giovani

Per combattere questa situazione, sarebbe opportuno capire e motivazioni che spingono i giovani a iniziare a bere così presto: «I giovanissimi non bevono in solitudine, per dimenticare i loro guai: la bevuta è il modo per entrare al far parte del gruppo, per sentirsi disinibiti. E la sbornia non è quasi mai un incidente di percorso, ma quello che si cercava. Difficile capire quando il bere diventa un problema e per i giovani è tutto più rapido e tragico. Alla particolare vulnerabilità, connessa all’incapacità di metabolizzare l’alcol, si aggiunge la difficoltà di “agganciare” i minori indirizzandoli verso programmi i cui approcci motivazionali al cambiamento sono calibrati sugli adulti e fanno leva sull’affetto per la famiglia, i figli, sulle responsabilità connesse al lavoro».

L’intervista che il Corriere.it fa a Emanuele Scafato è esplicativa: «Il consumo abituale di alcol è meno diffuso, ma questo non deve rallegrarci perché è salito, e in tutte le fasce di età, quello occasionale, caratterizzato spesso da grandi bevute, ed è aumentato anche il consumo di alcol fuori dai pasti. Altro elemento pericoloso perché è evidente che il “fuori” pasto è a tutte le ore del giorno».

 

Purtroppo, viene sfatato anche il mito che birra o vino, in quantità moderata, possano avere effetti benefici: «All’alcol sono riconducibili oltre 200 patologie e 12 tipi di cancro. Non solo l’alcol non nutre ma è un anti-nutriente perché non fa, per esempio, assorbire le vitamine. Ed è ormai ridimensionato il possibile ruolo degli effetti benefici del famoso resveratrolo o dei polifenoli presenti nel vino rosso o nella birra: per ottenere effetti derivanti dal principio attivo bisognerebbe bere cento bicchieri al giorno…».

I RISVOLTI SOCIALI DELLA DIPENDENZA DALL’ALCOL

L'alcol modifica il cervello dei giovani

Non solo conseguenze sull’organismo. I danni dell’alcol possono essere anche sociali, come evidenzia anche la tetsimonianza di Simona Borioni che spiega i motivi dell’addio a Rosalinda Celentano: “Il problema della dipendenza dall’alcol è uno dei motivi che hanno portato alla separazione. Quando le problematiche di Rosalinda sono riaffiorate, io non ho più tenuto botta, non ce l’ho più fatta”.

Ridiamoci un po’ su con un video di Maccio Capatonda sull’alcol:

Questo un video documentario invece serio sul rapporto tra alcol e giovani

Resveratrolo, anche benefici

Come detto, la quantità di alcol che bisognerebbe assumere è incompatibile con un consumo di alcol che non faccia male. Come riporta il sito Dottor Sport, però:
“Uno studio cinese della Zhengzhou University ha dimostrato, ancora una volta come il resveratrolo, un polifenolo presente nella buccia dell’uva rossa e nel vino, sia in grado di contrastare la maggior parte dei fenomeni degenerativi che riguardano il sistema nervoso ed in particolar modo di contrastare l’insorgenza di malattie quali l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e l’Huntington”. Dunque c’è del vero, resta quindi valida la possibilità di consumare moderatamente vino.L'alcol modifica il cervello dei giovani

Il vino piace anche al Papa

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Anche il Santo Padre ama il vino. Lo rivela Franco Ricci, presidente della Fondazione italiana sommelier. “Il Papa ama il vino e lo beve a tavola a Santa Marta – dice Ricci – io gli ho scritto chiedendo di fargli visita con un vasto gruppo del nostro settore e Padre Georg mi ha risposto”. Il 21 gennaio 150 tra vignaioli, sommelier, enologi e ristoratori saranno ricevuti in Vaticano. D’altra parte il vino è arte integrante della liturgia della messa.

http://www.youtube.com/watch?v=Xif03x1xz3c