Salute

Cellule staminali: trapianto di vena su una bambina

Ancora un importante risultato in campo medico grazie all’applicazione delle cellule staminali. Il merito è di un gruppo di chirurghi svedesi dell’University of Gothenburg e dello Shalgrenska University Hospital.

L’equipe è riuscita nella ricostruzione a dir poco miracolosa di uno dei principali vasi sanguigni di una ragazzina di 10 anni. Il merito, oltre che dei medici, è stato proprio delle staminali.


L’intervento sulla bambina è stato necessario a causa di un cattivo flusso sanguigno tra l’intestino e il fegato. L’intervento ha comportato l’uso di una vena iliaca di un donatore che aveva perso la vita poco prima.

La vena è stata prelevata dal suo inguine e poi immersa nelle cellule staminali della bambina, create dal suo midollo osseo. I medici svedesi hanno spiegato la procedura: “Abbiamo utilizzato un processo noto come decellularizzazione, in cui le cellule del paziente originario vengono effettivamente lavate via tramite l’utilizzo di enzimi e detergenti. Questo consente di evitare il fenomeno del rigetto: rivestendo il tessuto di trapianto con le staminali della ragazzina, siamo riusciti a renderlo identico a quello dell’organismo ospite. Non solo la nuova vena aveva un flusso migliore, ma la qualità della vita per la ragazza è decisamente migliorata”. Cellule staminali: trapianto di vena su una bambina

A un anno dallintervento, le condizioni della bambina sono soddisfacenti. Luca Revelli, chirurgo endocrinologico e vascolare del Policlinico Gemelli di Roma: “E’ un risultato molto importante per diverse ragioni: la vena porta ha un calibro molto grande, e quindi è difficile sostituirla con altre vene prelevate dal corpo o con quelle completamente sintetiche che pure vengono utilizzate in altre patologie. Inoltre il fatto che la vena sostitutiva stia funzionando a distanza di tempo indica che questa è una strada percorribile. Sono molti i gruppi che stanno lavorando a esperimenti del genere, e credo che questo sia il futuro in questo campo”.

Le aspettative sono buone: “Nell’anno successivo all’intervento la bambina è cresciuta di sei centimetri e di cinque chili, grazie alla procedura è migliorata molto la qualità della vita della paziente. Questa ricerca stabilisce la fattibilità e la sicurezza del trattamento in caso di ostruzione o insufficienza venosa, e apre nuove aree di ricerca, come ad esempio cercare di riprodurre le arterie da usare nei bypass coronarici”.

Le applicazioni delle cellule staminali sono infinite e potrebbero aprire la strada a cure per malattie finora considerate senza speranza.