L’endometrio, il tessuto che riveste la cavità uterina interna, sotto l’influenza degli ormoni, cresce e si sfalda ogni mese, dando origine alle mestruazioni. A volte però questo tessuto cresce e si insedia in altre aree del corpo causando l’endometriosi. La presenza di endometrio al di fuori della sua sede fisiologica dà luogo a diversi sintomi quali dolore, sterilità, disturbi intestinali, dismenorrea e molto altro. Le cause dell’endometriosi sono ancora in parte sconosciute, la patologia ha comunque carattere multifattoriale essendo determinata da fattori genetici e ambientali. È importante aderire a una dieta che contrasti i processi infiammatori, favorisca l’equilibrio ormonale, controlli la produzione di radicali liberi e lo stress ossidativo. La dieta deve assicurare un buon apporto di fibre, acidi grassi essenziali, vitamine (soprattutto del gruppo B), minerali e steroli, poiché queste sostanze migliorano il metabolismo epatico degli estrogeni, stimolano la produzione di prostaglandine antinfiammatorie e riducono lo stress ossidativo. Alcuni alimenti sono particolarmente raccomandati, altri invece sono sconsigliati poiché contengono sostanze estrogeno-simili che possono aumentare la diffusione delle cellule endometriali, oppure ne peggiorano i sintomi, determinando uno stato pro-infiammatorio latente. La letteratura scientifica a riguardo dell’esclusione del glutine è molto controversa.
Gli studi stessi sul glutine sono poco convincenti ed effettuati su un numero esiguo di pazienti. Un aumento delle fibre, invece, si è dimostrato molto utile in quanto è stato evidenziato come esse siano in grado di aumentare la produzione della sex hormone binding globuline, una proteina che è in grado di legare gli estrogeni ed inattivarli. A differenza di quello che si può pensare i fitoestrogeni sono in grado di ridurre l’azione degli estrogeni endogeni attraverso un meccanismo competitivo inducendo una regressione nella proliferazione del tessuto dell’endometrio. www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17474167
Perciò sembrerebbe utile il consumo di legumi e soia in particolare. La carne rossa ed i grassi animali si associano, invece, ad un aumento nella progressione della patologia. Il tessuto endometriosico spesso interessa il tratto intestinale comportando disturbi come gonfiore ed alvo alterno stitico e/o diarroico. In queste condizioni bisogna, ovviamente, tener conto dei sintomi gastrointestinali specifici e procedere con un’opportuna dieta per alleviarli. In presenza di alti livelli di estrogeni endogeni, assumendo fitoestrogeni si crea una competizione che porta alla saturazione recettoriale a favore del legame recettore-fitoestrogeno e quindi all’attivazione di una risposta complessivamente più debole di quella che si otterrebbe dal solo legame recettore-estrogeno endogeno. Quindi, nell’endometriosi, appare evidente che i fitoestrogeni possono svolgere un’attività antiestrogenica. Quindi fa bene inserire dei cibi con fitoestrogeni nella dieta perché i composti estrogenici che contengono andranno così a bloccare gli estrogeni di troppo che entrano nell’organismo (quelli che si posso trovare nell’ambiente, nei cosmetici, nei prodotti da bagno, ecc…) aiutando così a ridurre la dominanza estrogenica. Ma è necessario mantenere bilanciata l’assunzione di questi fitoestrogeni, non bisogna strafare. La dieta deve essere bilanciata ed i cibi si devono alternare. Ben diversa è la situazione nella fase del climaterio premenopausale dove la ridotta quantità di estrogeni non è in grado di saturare i recettori e l’assunzione di fitoestrogeni può portare ad un potenziamento dell’azione estrogenica. I fitoestrogeni si comportano come ormoni, e come gli ormoni, troppo o troppo poco possono alterare la funzione del tessuto ormono-dipendente.
Per questo motivo, le donne con endometriosi hanno bisogno di regolare la loro dieta in modo da non includere troppi cibi ricchi di fitoestrogeni, ma una quantità regolamentata è utile per aiutare a bilanciare l’organismo nel suo complesso.
CONSIGLI ALIMENTARI
FONTI:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17474167
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24511373
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/23419794/?i=5…
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24701237
a cura della Dott.ssa Domenica Di Carlo