La Liberia ha vissuto mesi drammatici, soprattutto perchè era una delle nazioni meno in grado di far fronte all’emergenza, con appena 51 medici per una popolazione di 4,5 milioni di persone all’arrivo del virus. I medici hanno fatto il possibile, ma anche loro hanno lavorato in condizioni estreme in virtù delle strutture e del personale carente. In questo senso un plauso agli Stati Uniti, intervenuti in una nazione dove era merce rara anche un paio di guanti: «A cambiare la situazione è stato la gestione militare da parte degli Usa – afferma Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani di Roma -. La dichiarazione dell’Oms è molto importante, ma finchè non si arriverà a zero casi in tutti i paesi la vigilanza deve rimanere alta».
Festeggiare la fine dell’emergenza coincide con il dover fare un tragico bilancio che racconta di 10564 casi e 4716 morti. A Monrovia si festeggia, e i medici sono degli eroi. Ma l’incubo continua a pochi chilometri, per cui bisogna ancora continuare a lottare in Sierra Leone e Guinea i contagi infatti continuano. Ma anche qui c’è qualche buona notizia con l’Oms che registra nell’ultima settimana solo 18 nuovi casi nei due paesi, record negativo.