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Papilloma virus: combatterlo con il vaccino

Il Papilloma virus è solitamente associato al cancro della cervice ed è presente praticamente in tutti i tumori invasivi. E’ importante ricordare che negli ultimi anni gli studiosi hanno inventato un test per la sua identificazione. Inoltre da quattro anni nel nostro Paese è partito il vaccino. E da tre anni tale vaccino è gratuito per le ragazze di dodici anni.

Gli studiodi argentini coordinati dalla dottoressa Julia Brotherton, hanno reso nota l’efficacia del vaccino e la sua funzionalità. E’ solo infatti tramite al vaccino che possiamo prevenire questa malattia.

Francesca Carozzi, biologo molecolare che lavora presso l’ISPO (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica) di Firenze ha dichiarato: “Il Pap-test è consigliato in Italia a partire dai 25 anni di età, perché prima non ha significato e potrebbe portare solamente a un eccesso di diagnosi e trattamenti. Il tumore impiega mediamente almeno dieci anni per svilupparsi: se consideriamo che il picco di incidenza dell’infezione da papilloma virus umano (HPV) è massima tra i 18 e i 24 anni e che in almeno otto casi su dieci il contatto con il virus non lascia traccia, anticipare l’epoca di questo esame non avrebbe significato. L’importante è che poi il controllo venga effettuato regolarmente ogni tre anni”.

“Fondamentale è anche che si raggiungano valori di copertura con il vaccino del 95 per cento della popolazione nelle coorti vaccinate, mentre oggi siamo solo intorno al 50 per cento. In questo modo troveremo una popolazione di donne che, grazie a vaccinazione a Pap-test, potrebbe risultare estremamente protetta contro questo tumore. Nel futuro, forse, proprio per arrivare al massimo dell’integrazione tra questi due strumenti, si potrebbe anche pensare di riproporre la vaccinazione a 25 anni, quando si inizia con i Pap-test, in caso di copertura vaccinale non completa”.

Sergio De Napoli

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  • La prevenzione della patologia del collo dell’utero consiste nella immediata evidenza della presenza del papilloma virus, appena questo ha infettato la persona, alla sua effettiva radicazione, con la certezza che effettivamente è stato eliminato.
    Il PAP test non ha questa specificità, mentre la colposcopia può individuare immediatamente le minime lesioni del collo dell’utero, poiché il medico ha una visione diretta, può eseguire un prelievo mirato, esaminare il prelievo con la amplificazione genica del genoma virale.
    HPV (Ricerca del genoma quantitativo) (o Human papilloma virus)
    HPV (Ricerca del genoma tipizzazione)(o Human papilloma virus)

    Considerando che “almeno otto casi su dieci il contatto con il virus non lascia traccia,” la evidenza del Papilloma virus è essenziale, senza attendere e mettere in atto la strategia terapeutica per la sua radicazione, che non è certamente il vaccino, sulla cui efficacia è ancora troppo presto per poterla accertare, inoltre è rivolto soltanto ad alcuni ceppi, anche se sono i più invasivi, non considera le eventuali mutazioni che possono intervenire. Quale certezza può fornire il vaccino quando il l’infezione diretta del Papilloma è avvenuta. Quale certezza può fornire se occorrono almeno dieci anni per la formazione del carcinoma, ma in alcuni casi anche trenta anni, quindi per averne effettiva certezza occorre attendere almeno 20 anni con controlli periodici sulle persone vaccinate.
    La evidenza del papilloma è essenziale e la applicazione della strategia terapeutica, non certamente il vaccino, può fornire la certezza della effettiva eliminazione del papilloma, non è invasiva, è economica, applicabile a tutte le persone; così con la certezza che effettivamente il Partner è sano.
    albertomoschini@omeopatiaitalia.org
    http://www.omeopatiaitalia.org/

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Sergio De Napoli