Alimentazione

Binge Drinking: allarme alcol tra i giovani

Il binge drinking è un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani. Bere molto, fuori pasto, in compagnia, sembra ormai una moda di cui i giovani non riescono a fare a meno, con conseguenze drammatiche per la salute. Birra, cocktail, superalcolici e vino sono compagni di gran parte dei ragazzi che tra una chiacchiera e l’altra sorseggiano no curanti dei danni che provocano al loro organismo a breve e lungo termine.

L’allarme viene lanciato da una ricerca i cui dati sono contenuti nella relazione annuale al Parlamento del ministero della Salute. In Italia poi la situazione è particolarmente drammatica. Basti pensare che nel nostro Paese la mortalità correlata all’alcol è superiore alla media europea. Una cultura da combattere al più presto, perchè sono qualcosa come 8 milioni gli italiani che rischiano la vita per consumo di alcol eccessivo. D’altra parte non è un caso che il ricovero ospedaliero per patologie correlate all’alcol sia cresciuto del 10%.

Il binge drinking, può essere tradotto come “bere pesante” “binge”, “avvelenamento da alcol. E’ un modo di consumo eccessivo grandi quantità di alcool in un breve periodo di tempo, o ripetuto in episodi occasionali. Questo tipo di comportamento in cui si vuole l’ubriachezza in fretta, è considerata una dipendenza o dipsomania.

Il fenomeno è stato descritto con il comportamento sociale associato: feste studentesche, gruppi di giovani, bere in pubblico, ecc.. Questo comportamento a rischio può portare a morte per coma etilico.

I ragazzi sembrano non saper più fare a meno di questa abitudine, e l’andazzo riguarda anche le ragazze. Secondo le stime del ministero della salute, negli ultimi 15 anni il numero di consumatrici donne, tra i 14 e 17 anni, è quasi triplicato. Nella fascia d’età 18-24 anni si registra invece di un aumento dal 33,7% al 41,9%.

Il ministro Renato Balduzzi spiega quale sia la strada da intraprendere: “Dobbiamo aiutare i giovani a fronteggiare le pressioni sociali al bere in contesti significativi come la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport. E realizzare interventi di intercettazione precoce del consumo giovanile a rischio”.