Salute

Il 5 novembre il Tar decide sul caso Avastin e Lucentis

Avastin e Lucentis sono due farmaci equivalenti? Dovrà dirlo il Tar del Lazio chiamato a esprimersi sulla questione. La decisione è attesa per il prossimo 5 novembre. Nel frattempo pende sulla testa de due colossi farmaceutici la pesante multa dell’Antitrust inflitta a Roche (90,5 milioni di euro) e Novartis (92). Il motivo: aver posto in essere un’intesa anticoncorrenziale finalizzata a ottenere una “differenziazione artificiosa” dei farmaci Avastin (bavacizumab) e Lucentis (ranibizumab). Che però, secondo le due case farmaceutiche, non sono affatto equivalenti.

Infatti Avastin è un farmaco antitumorale, invece Lucentis è un farmaco specifico che serve a curare le degenerazioni della vista. A dirlo non sono solo le case farmaceutiche, ma lo conferma un pronunciamento dello scorso 15 maggio del Consiglio Superiore di Sanità: «i due farmaci sono diversi per struttura, farmacologia e indicazioni approvate».

Il fatto che non siano equivalenti giustifica anche la differenza di prezzo: prima dell’approvazione di Lucentis, Avastin veniva usato perchè unico farmaco possibile, anche se non era stato approvato per la maculopatia. Insomma il medico volta per volta valutava l’opportunità di impiego studiando il caso del singolo paziente informandolo del rapporto rischi-benefici.Avastin e Lucentis

L’Antitrust sostiene invece che i due prodotti sarebbero “due farmaci equivalenti sotto ogni profilo in ambito oftalmico”. Lo scopo dei due colossi sarebbe stato quello di ridurre la commercializzazione dell’Avastin, più economico, favorendo il Lucentis più costoso.

Ma il prezzo del Lucentis, secondo l’AIFA è giustificato da elementi come l’innovazione, considerato che si trattava del primo farmaco con un dossier di studi completo, e le caratteristiche di sicurezza e qualità idonee. Oltre poi agli investimenti per la ricerca e lo sviluppo del farmaco stesso.

Roche vuole pagare la multa per evitare un eventuale aumento di interessi sulla sanzione ma sottolinea che “Il pagamento non implica il riconoscimento di alcuna responsabilità”, anche Novartis ha deciso di pagare la multa “al fine di ottemperare alle disposizioni di legge relative alla decisione” dell’Agcm” e il 28 maggio scorso ha deciso di rinunciare alla sospensiva della decisione del Tar “poiché interessata a giungere in tempi brevi ad una definizione sul merito del giudizio circa l’illegittimità della decisione assunta dall’Antitrust”.

Ora la parola passa al Tar, sentenza attesa per il 5 novembre.