Salute

Morte Morosini: autopsia, si pensa all’omicidio colposo

La morte di Morosini ha lasciato e lascerà uno strascico indelebile nella mente e nel cuore dei tifosi e degli appassionati di calcio. Ma oggi è il giorno dell’autopsia, che potrebbe rivelare scenari inquietanti. Il magistrato vuole infatti capire se è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita del giovane centrocampista del Livorno, morto sabato pomeriggio per un arresto cardiaco. Il riferimento è chiaramente ai ritardi nei soccorsi che sembrano siano stati causati da un’auto dei vigili lasciata incustodita proprio nel bel mezzo del passaggio per l’ambulanza.

Pare si siano persi minuti preziosi nel tentativo di spostarla con la forza, dal momento che il vigile in possesso delle chiavi della vettura era irreperibile. Il dubbio atroce è che se l’ambulanza fosse potuta entrare prima, avrebbe potuto per mezzo del defibrillatore soccorrere Morosini e chissà, salvargli la vita. Ecco perchè si ipotizza il reato di omicidio colposo nei confronti del responsabile. Ma si tratta di ipotesi tutte da verificare e ancora al vaglio degli inquirenti.

“Stamattina avrò il risultato dell’inchiesta interna – ha detto il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia – saremo equi e inflessibili, è evidente la grande leggerezza di chi ha lasciato in quel posto l’auto, ma in quella situazione non ha funzionato niente. Vorrei però che non si prendano scorciatoie, e non si accusi per questo il ritardo dei soccorsi, che non c’è stato. So che nell’immaginario collettivo l’ambulanza è quanto di più celere deve arrivare, ma ieri i primi soccorsi erano quelli sul campo e ci sono stati. In quel caso l’ambulanza – ha proseguito il sindaco – era solo un mezzo di trasporto successivo, infatti quando poi è entrata in campo é rimasta minuti in attesa di caricare il giocatore per portarlo in ospedale”.


Il dott. Paloscia, responsabile dell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Pescara: «Quando sono sceso in campo Morosini era in ar

resto cardiaco e respiratorio, abbiamo praticato il massaggio cardiaco per un’ora e mezza prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c’è stato nulla da fare. Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca, questo può stabilirlo solo una eventuale autopsia».

Mino Favini del settore giovanile dell’Atalanta: “Un ragazzo d’oro, sempre prodigato ad aiutare la famiglia. Questo era Piermario Morosini. So già cosa mi dovete chiedere. E’ una notizia orribile. E’ cresciuto all’Atalanta con me, l’ho visto giocare da piccolissimo. Era un ragazzo fantastico, che aiutava tutti. In primis la famiglia. Viveva per la sua famiglia. Eppure, che ragazzo sfortunato. I genitori persi entrambi prematuramente, il fratello e la sorella con handicap fisici. Il fratellino si è tolto la vita quando lui aveva appena 16 anni. Insomma, una vita davvero sfortunata. Lo prese l’Udinese da noi, era molto bravo. Ha avuto una bella carriera, era rispettato dai compagni. Tutti credevano in lui”.

Morte Morosini: autopsia, si pensa all'omicidio colposo

Di Natale, ex compagno dell’Udinese di Morosini, punta il dito contro i troppi impegni, anche se nel caso dello sfortunato centrocampista del Livorno non si può certo dire che giocasse troppe partite: “Ne ho parlato spesso anche con i nostri medici – ha detto il bomber -. Ho 34 anni e l’anno scorso ho pensato, scherzando ma non troppo, di ritirarmi perché non si riesce più a riposare. Il calcio è bello, è uno sport importante ma c’è anche la salute da salvaguardare».