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Neve chimica: ultime notizie pericolo

Nevica senza nuvole. Uno strano fenomeno che sta terrorizzando i cittadini di Piemonte e Lombardia. La situazione è però sotto controllo. Le autorità competenti hanno spiegato che non c’è alcun pericolo. “Il fenomeno – spiega il Prof. Levizzani – si è verificato nei giorni scorsi in coincidenza con l’arrivo di una corrente artica che ha fatto precipitare le temperature giù fino a -7 gradi centigradi, ed è avvenuto in pianura Padana perché è una zona fra le più inquinate del pianeta”.

Gli esperti dunque spiegano che la neve chimica non è nociva nè per l’uomo e nè per la natura. Attenzione però a non mangiarla. Occhio dunque ai bambini piccoli mentre giocano per la strada.

Cercate quindi di non far avvicinare la neve a parti del corpo come: occhi e bocca.

A tale proposito è intervenuto anche il metereologo Antonino Sanò: “La Neve chimica e’ un fenomeno raro, tipico delle aree industriali padane.


Infatti per neve chimica si intende una precipitazioni di fatto nevosa che si origina escusivamente dalla nebbia in condizioni di temperature negative, ed e’ permessa grazie alla presenza di nuclei di condensazione, ovvero sali e polveri e altre sostanze prodotte dalle attivta’ antropiche, industrali ed urbane tipiche delle citta’ del nord.

Negli ultimi giorni il fenomeno ha colpito parte del Piemonte e della Lombardia, e in particolare il Novarese e il Milanese. La neve chimica puo’ produrre anche qualche centimetro di manto ghiacciato”.

Interviene anche Stefano Tibaldi, direttore generale dell’Agenzia regionale prevenzione e ambiente dell’Emilia Romagna “È un’invenzione lessicale: la neve “chimica” non esiste. Non c’è alcuna differenza tra le nubi in quota e la forte nebbia, che è semplicemenNeve chimica: ultime notizie pericolote una nube a contatto con il suolo.

Quello che scatena la neve è sempre un accumulo di vapore sui cosiddetti nuclei di condensazione, generalmente aerosol, polveri e particelle, siano esse naturali o provenienti dall’attività dell’uomo.

E non c’è niente di nuovo: lo aveva spiegato già bene Claudio Cassardo, professore associato presso la Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali dell’Università di Torino, dove pure si è verificato spesso il fenomeno».

Il termine giusto? «Neve da nebbia mi sembra molto più appropriato».